mercoledì 28 marzo 2012

Emotion

"Ma lei ha dei sentimenti, Brent?"



Con il termine sentimento si indica una condizione affettiva sia soggettiva, riguardante una propria interiorità individuale, sia volta all'altro da sè. Affettività connotata implicitamente da accezioni positive, che distinguono il sentimento, dall'emozione.
Comunemente si è portati a pensare che un uomo che non esterna i propri sentimenti, automaticamente non li abbia. Che il suo cuore ridotto ad una fredda pietra insensibile non sia capace di provare emozioni.
Comunemente si è portati a pensare, inoltre, che esternare e provare dei sentimenti ti renda di diritto un uomo migliore... 
ma non è il buonismo condito di moralismo a far grandi gli animi.

So di aver offerto loro le condoglianze in maniera impeccabile.
Ho soppesato le parole per non offendere nessuno.
Ho usato un tono moderato per non suggerire emozioni fuori luogo.
Ho adottato un abbigliamento privo di colori sgargianti e poco appariscente.
Ho accolto le loro insinuazioni con eleganza, senza fargliele pesare.
Ho reso omaggio al cadavere di Buck Blackbourne.
Ho fatto forse anche più di quanto si farebbe usualmente per uno sconosciuto.

Ma ho motivo di credere che lei, Miss Wilson, avrebbe preferito vedere occhi lucidi, labbra tremanti, espressioni addolorate e parole accorate per indorare la memoria di un uomo che... ho a malapena intravisto alla Festa di Primavera.
Probabilmente questo mi avrebbe reso un uomo migliore ai suoi occhi. 
Probabilmente perchè l'opinione pubblica si ciba preferibilmente di finzione. Dell'azione giusta al momento giusto, in barba alla sincerità. 
Sentimenti usati come carte da gioco, messe sul tavolo allo scopo di sbancare.

Ma perchè preferire un crogiolo di finzioni, piuttosto che una sincera e moderata educazione?
Perchè avere dei sentimenti rende l'altro più vulnerabile.
Perchè è più facile vedere la pagliuzza nell'occhio altrui, che la trave nel proprio.
Perchè osservare le debolezze degli altri, rende te implicitamente più forte., dandoti l'illusione di essere in una posizione di vantaggio sullaltro.

domenica 25 marzo 2012

Lonely steps


I walk a lonely road
The only one that I have ever known
Don't know where it goes
But it's home to me and I walk alone

I walk this empty street
On the Boulevard of Broken Dreams
When the city sleeps
And I'm the only one and I walk alone

I'm walking down the line
That divides me somewhere in my mind
On the border line
Of the edge and where I walk alone

Read between the lines
What's fucked up when everything's alright
Check my vital signs
To know I'm still alive and I walk alone

My shadow's the only one that walks beside me
My shallow heart's the only thing that's beating
Sometimes I wish someone out there will find me
'til then I walk alone

I walk this empty street
On the Boulevard of Broken Dreams
When the city sleeps
And I'm the only one and I walk a...


Non ho mai avuto amici...
Solo un codazzo di persone il cui interesse veniva di solito pungolato dai miei soldi... dalle belle donne che mi son sempre gravitate attorno... e dalla droga che spesso ho finito per maneggiare.
Non me ne sono mai fatto un cruccio, però, perchè ciascuno perseguiva il suo vantaggio personale mosso da un tacito accordo, per il quale al più furbo era concesso il lusso del prevalere sul più sciocco... e una volta raggiunto l'obiettivo, ciascuno per la sua strada.

Comodo... pulito... senza implicazioni di sorta.
Nessun obbligo, se non quelli dettati dagli affari. Nessun effetto collaterale da gestire, come fosse una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.
Non ho mai percorso la mia strada da solo subendo la mancanza di quelle figure comunemente chiamate amici. Ma l'ho fatto coscientemente e per scelta, al fine di ottimizzare la riuscita, senza incappare nei cosiddetti "intoppi da legame affettivo".

Cinico? Forse...
Sofferto? Nemmeno un pò

Ma giunge sempre il momento in cui abbassi la guardia. 
Il momento in cui ti senti al sicuro e arrivi a tirare il fiato, godendoti la calma.
In quell'istante esatto... ti sei fottuto da solo.
Scopri il fianco, ti rendi vulnerabile per tua stessa ammissione, e offri la tua debolezza a qualcuno che la impugnerà e ne farà arma. Consapevole o meno... avrà il coltello dalla parte del manico.

Io sapevo... ho sempre saputo...
Eppure ho abbassato la guardia, offerto il fianco e infine... ho rischiato di esser vittima della mia stessa emotività. Ho creduto di aver trovato una casa, degli amici...
E senza contare quanto questo mi rendesse vulnerabile, ho lasciato fosse la mia stessa debolezza ad aprirmi gli occhi... colpendomi come un maglio e costringendomi a rinsavire.

Una ci ha venduti. L'altro ci ha scavalcati. E la terza... ci ha mollati.
"Chi è causa del suo mal, pianga se stesso" 
Diceva qualcuno. Ma piangere non servirebbe a nulla, se non a consolidare la vulnerabilità che ho offerto loro, mostrando quel fianco umano che di tanto in tanto cerca comprensione e supporto dai propri simili.
Ma loro non sono simili a me...
Loro sono infinitamente e irrimediabilmente diversi da me.

venerdì 16 marzo 2012

Russian Roulette

"Se decidi di giocare, ragazzo, devi giocare sul serio..." ...Mi dice...
"Prendi la pistola, e conta fino a tre... devi solo premere il grilletto"

Forse è stato quello il giorno in cui tutto iniziò. 
Ricordo la sensazione... come se fosse oggi. 

Berishan, Afghana. 01.04.2503
Mio padre non mi ha mai fatto regali per il compleanno, dopo la morte di mia madre... mi ha sempre piazzato in mano un paio di centoni, dicendomi di comprarci quello che preferivo. 
Quest'anno sono arrivati direttamente alla casella postale dell'università. 
E se in molti mi hanno detto e ripetuto che Gibson non è un buon amico con cui accompagnarsi, a me sembra il più adatto con cui andare a spendere i soldi ricevuti.

Da quel giorno, lo ricordo perfettamente, la mia percezione delle cose cambiò. 
La percezione della vita, del tempo. Come un secondo può dilatarsi, fino a riempire l'intero corso di un'esistenza, dando ad essa stessa un senso nuovo... completo.

"Automatica o a tamburo?" 
Lo chiedo a Gibson quando il commerciante lo chiede a me. Non ne capisco molto di armi... e a malapena faccio differenza tra una pistola, un fucile e un mitragliatore.
"A tamburo! Come i duri del Rim!"
Mi risponde con tale decisione, che mi sembra effettivamente la più sensata delle risposte.
Tanto sensata che non riesco neppure a trovare idiota quella sua stupida pantomima con le dita a pistola e le guance gonfie pronte a simulare il rumore di uno sparo.
La compro... una Neocolt Python 8

Un dispetto... come ogni cosa che feci da quando mia madre ci lasciò.
Se mio padre avesse scoperto -e lo avrebbe scoperto- che con i soldi del suo regalo mi ero comprato una pistola, avrebbe tentato lui stesso di uccidermi.
E forse io non desideravo altro che provasse a farlo...

"Se decidi di giocare, ragazzo, devi giocare sul serio..." 
Quelle parole fanno eco nella mia mente... mentre guardo diffidente la brutta faccia ghignante di colui che chiamano Shark, nei sobborghi. Ci sfida... con la superbia con cui si trattano dei bambocci.
Come siamo arrivati qui? Gibson ovviamente...

Non ho mai sopportato l'idea d'essere chiamato codardo.
Nè mai ho sopportato gli sguardi di sufficienza di chi pensa di potersi sentire migliore di me. 
Ho sempre creduto che, se sono stato capace di metterla in culo infinite volte a mio padre, allora ho davvero le carte per farlo con chiunque altro.
E da quel giorno in poi, ne ebbi l'assoluta certezza

"Conta fino a tre, chiudi gli occhi e fai un bel respiro..."
Guardo disgustato le lacrime di Gibson, con la stessa rabbia che ho sentito quando poco fa mi ha guardato con aria di superiorità, quasi mi volesse rimproverare per avergli dato del pazzo ad accettare di prestarsi a quel gioco.
Lo guardo crollare... davanti ai miei occhi. lo vedo abbandonare tutto il coraggio di cui si fregiava, lasciando cadere insieme a quello la pistola che non è riuscito a usare. 
.......
E' quel disgusto che provo a farmi decidere a farlo...
E quando mi chiedono perchè abbia raccolto la pistola, per usarla al posto di Gibson, la risposta è semplicemente scontata:
"Perchè io sono migliore di lui"

Quel giorno compresi di essere meglio di Gibson... ma in fondo quel giorno compresi semplicemente che sarei potuto essere meglio di chiunque altro... se solo lo avessi voluto.
Ancora ricordo la sensazione... 
Adrenalina... Onnipotenza...
Forse quel giorno iniziò tutto quanto

"Uno..."
Scarrello casualmente il tamburo, poi avvicino la pistola alla tempia e premo il grilletto.
Uno... mi sono fermato ad uno per sottolineare che quello è il numero che mi si addice. Non il tre, non il due... ma l'uno.
Click... quel suono risuona ancora nelle mie orecchie, più forte di un'esplosione.
Ma sono ancora qui... fermo all'uno...

Immagino sia partito tutto da lì
Non puoi comprendere la sensazione che ti dà sentirti invincibile, finchè non la provi. 
E dopo averla provata una volta... non puoi più farne a meno.
Non ti basta più sfiorarla. Avvicinarti a ciò che sai ti renderà migliore degli altri, per guardarlo da lontano, non sarà mai più sufficiente.
Così come non ti accontenterai più di giocare con il fuoco, per limitarti a farti scaldare dalle fiammelle periferiche. Cercherai di raggiungere quella fiamma che alimenta le altre, incandescente e vitale, che ti richiama a sè, ma ti tiene a distanza contemporaneamente. 

Una volta che hai scoperto cosa vuol dire "giocare sul serio"...
Non puoi più tornare indietro...



sabato 3 marzo 2012

Crush


SURVIVED, TONIGHT
I MAY BE GOING DOWN
COS EVERYTHING GOES ROUND TOO
TIGHT, TONIGHT
AND AS YOU WATCH ME CRAWL
YOU STAND FOR MORE

AND YOUR PANIC STRICKEN
BLOOD WILL THICKEN UP, TONIGHT

COS' I DON'T WANT YOU
TO FORGIVE ME
YOU'LL FOLLOW ME DOWN
YOU'LL FOLLOW ME DOWN
YOU'LL FOLLOW ME DOWN

SURVIVE, TONIGHT
I SEE YOUR HEAD'S EXPOSED
SO WE SHALL KILL
CONSTRUCTIVE MIGHT
S'RIGHT
AS YOUR EMOTIONS FOOL YOU
MY STRONG WILL RULE

I WON'T FEEL RESTRAINT
WATCHING YOU CLOSE SENSE DOWN
I CAN'T COMPENSATE
THAT'S MORE THAN I'VE GOT TO GIVE


...Amore...
Sono abbastanza certo che una volta qualcuno mi disse che l'amore è il sentimento che muove il mondo... per cortesia ho evitato di ridergli in faccia. 
La forza che ti rende un leone. Che ti gonfia il petto di coraggio. Che dà energia alle tue mani per combattere. Che ti dà la volontà di non arrenderti anche quando tutto sembra perduto...

...Mh...
Opinabile... per non dire addirittura ridicolo.
L'Odio ti dà esattamente la stessa forza, lo stesso coraggio, la stessa energia e la stessa volontà, ma aggiunge il vantaggio di mantenere lucidità sufficiente per portare a compimento i propri obiettivi.

E quindi qual'è il vantaggio di amare?
Se amare significa ridursi come Lei... con una pistola puntata alla tempia, incapace di ascoltare la voce della ragione che cerca di tenerti ancorata alla realtà, e schiava della irrazionale follia che ti porta all'autodistruzione... sono abbastanza certo di poter dire che...

...Preferisco vivere...

giovedì 1 marzo 2012

Hazard

Tra tutti e cinque i sensi, l'olfatto è senza dubbio quello più affidabile.
Mi è bastato percepire quel profumo di sandalo per sapere da dove provenisse quella scatola. Non la vista, non il tatto, mi hanno concesso di comprendere cosa fosse... ma l'olfatto.

Un gioco... l'ennesimo. Con molta probabilità non l'ultimo... ma uno dei più complessi, per me almeno. Il mio campo è il gioco d'azzardo, una sfida il cui esito è, in minima parte almeno, affidato alla fortuna. Così come gli scacchi non fanno per me, anche i giochi di logica mi mettono in difficoltà, e non perchè io non sia in grado di raggiungere la soluzione con il ragionamento, ma perchè perdo il gusto del gioco prima di aver raggiunto l'obiettivo. Dopotutto è quello lo scopo del gioco... il divertimento, trarre l'emozione che ti spinge ad arrivare alla fine. 

Mi son trovato a guardare quella scatola, e mi son chiesto se arriverò alla soluzione. Se non perderà prima il gusto del gioco. E immagino che la risposta dipenda dalla domanda che sta a monte... ne vale la pena?

Perchè gioco? Dove voglio arrivare? Cosa desidero? E' come una reazione a catena... posta la prima domanda le altre seguono a raffica, per questo tendo a non pormi mai certe domande. E forse se non fosse per Lydia, avrei continuato a non chiedermi certe cose. 
"Quello che non potrò mai avere"... Non ci ho pensato, ho semplicemente risposto... e per giorni non ho fatto che rifletterci.

Ma ad oggi la domanda che mi pongo è un'altra... Mi stupisce davvero tanto che io desideri ciò che non potrò mai avere? E stavolta la risposta è semplice e diretta: NO. Io ho sempre desiderato quello che non potevo avere, a prescindere dalle reali possibilità che avevo di ottenerlo... Son sicuro che qualche psicologo da quattro soldi mi direbbe che questa mia propensione nasce dal desiderio fanciullesco di avere una madre, laddove la morte rendeva irrimediabilmente impossibile realizzare questo desiderio.

Cazzate! Dico io...
Amo giocare... anzi, amo giocare con il fuoco e più si fa pericoloso, più il gioco mi piace. 
Un pò come fare il sarcastico con un venditore al mercato nero di Safeport... 
O avvicinarmi ad Evah tanto da sentire il calore della sua pelle per poi ritirarmi prima che quel calore finisca per bruciarmi... 
O finire a letto con Lydia... sapendo che entrambi avremmo voluto essere a letto con qualcun altro...

Giochi con il fuoco non per uno sciocco e masochistico desiderio di bruciarti... ma perchè senti il bisogno di metterti alla prova, e scoprire i tuoi limiti. Scoprire fino a che punto sei tu a padroneggiare il gioco e dove inizia il gioco ad avere il controllo su di te.

I problemi iniziano quando perdi di vista la linea di demarcazione che funge da confine...