lunedì 7 maggio 2012

Pyramid

"Accidenti... era un diavolo di giocatore..."

Quell'uomo ricordava Brent Ratliff. 
Il vecchio Brent... il ragazzo ricco troppo impegnato a fare della sua vita una lunga e interminabile ripicca nei confronti di suo padre, per capire che farne realmente.
Qualcuno, nel tempo, mi ha detto che mi sono laureato per fargli dispetto. 
Lui, Jonah Ratliff, era lo stereotipo per eccellenza dell'uomo del Core, secondo il quale la Bandiera Indipendentista non era altro che il simbolo di anarchia, ignoranza, ingratitudine.

"Quel cencio è buono solo per avvolgere le bare di chi ne avrà sostenuto i colori, quando avremo fatto piazza pulita"

Quando ha saputo che mi ero laureato in Mediazione Interplanetaria, credo abbia rimpianto di avermi strappato alla Flotta dell'Alleanza, salvandomi dalla guerra. Si... con il senno di poi, posso in effetti dire di essermi laureato per far dispetto a mio padre.
L'unica cosa che ho sempre fatto per me, è stato il Pyramid. 
L'unica cosa che ho sempre fatto, senza cercare lo sguardo indignato di mio padre per compiacermene.
Ma come non cercavo la sua indignazione, non vedevo neppure la sua soddisfazione nel potersi vantare di un figlio Campione di Pyramid.

So che ero un "diavolo di giocatore". So di aver avuto alle spalle un'ottima squadra, ma di averla sostenuta come pochi altri son riusciti a fare nel tempo. E so che raggiunto quell'obiettivo, finalmente avevo perso interesse per le reazioni di mio padre per ciò che facevo della mia vita.
Uno psicologo qualsiasi, persino uno da quattro soldi, mi direbbe che ero sulla buona strada per "guarire"... per svincolarmi da quella contorta sudditanza psicologica da mio padre. E sono anche convinto che si divertirebbe molto a farmi stendere sul lettino per farmi raccontare le angherie subite, ricercando nei traumi d'infanzia le ragioni del mio malessere.
Nessuna angheria... nessun trauma... nessun complesso di inferiorità...
Il Pyramid era la mia strada per il successo, la fama, i soldi e le donne. 
Era la MIA strada, ma era una strada fin troppo gradita a mio padre.
Non so per quale ragione alla fine ho mandato tutto a puttane. Non credo per via di quella contorta psicologia che dicono porti a rovinare la propria vita per arrecare dispiacere a chi si odia...
Vedere lo sguardo accusatorio di mio padre, deluso e incredulo, quando ha saputo che mi avevano quasi ammazzato per questione di scommesse, non mi ha fatto sentire bene come al solito.
Non ho percepito quella specie di scossa di adrenalina, che ti deriva dal raggiungimento di qualsiasi forma di piacere.
Ma confesso che ha avuto un che di familiare e rassicurante leggere in quegli occhi la delusione.
Mi domando con quanta disapprovazione ed indignazione accoglierebbe sapere cosa faccio ora... e confesso che la cosa mi dà un familare e piacevole senso di... piacere...

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